Impianti fotovoltaici su terreni agricoli: da dove nasce la polemica

Ottenere dei guadagni, anche di una certa consistenza, dal comparto delle, energie rinnovabili, per molti era, fino a non molto tempo fa, una strategia di investimento particolarmente interessante. Specie se si trattava di installare degli impianti fotovoltaici su dei terreni agricoli.

Il motivo è piuttosto semplice: non occorreva neanche avere una somma di capitale iniziale da investire perché era possibile chiedere un mutuo alle banche, affittare il terreno che si aveva a disposizione e comprare i pannelli fotovoltaici a ottimi prezzi con i soldi concessi dall’istituto di credito. Il mutuo richiesto alla banca veniva saldato tramite i profitti provenienti dal cosiddetto Conto Energia: in pratica a pagare per ciascun kw era il GSE, ossia il Gestore dei Servizi Energetici, la sola società controllata dal Ministero dell’economia e delle finanze adibita a qualificare gli impianti fotovoltaici, erogare gli incentivi previsti in Italia per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e a svolgere mansioni di analisi e controllo. Oltre che ad estinguere il mutuo, inoltre, dopo un tot di anni si otteneva dal terreno agricolo affittato una rendita di 20 anni.

L’inghippo della legge del 2012

Ebbene cosa è successo e perché oggi sulle cronache dei giornali rimbalzano le polemiche degli installatori del fotovoltaico, che hanno iniziato ad avere poca simpatia per le zone agricole? Un poco prima che finissero i fondi per i pagamenti del quinto Conto Energia, nel 2012 il governo Monti ha varato il decreto Liberalizzazioni col quale è stata fatta cadere la scure sugli incentivi degli impianti fotovoltaici su terreni agricoli, ma anche per quelli a terra, su serra e sui tetti. In pratica l’installazione di impianti fotovoltaici sui terreni agricoli, non beneficiano più degli incentivi pubblici. Norma che si è voluta conservare anche nel DM, attualmente in vigore, del 4 luglio 2019.

Spiegato in maniera più banale: coloro che governano pensano che i terreni agricoli debbano essere esclusivamente usati per la loro vocazione originaria, che sarebbe la coltivazione di frutta, verdura e ortaggi vari, e non per ottenere energia green da rivendere. Il che, forse, per alcuni, al di là dei politici, potrebbe costituire una mezza verità, perché nei fatti, la spesa per il GSE, che si faceva carico dei pagamenti dell’energia derivante dal fotovoltaico, è stata considerata eccessiva e non più sopportabile per le finanze statali.

Il punto però è che, alla fine dei giochi, lo Stato rischia di rimetterci ancora di più: negli ultimi tempi, infatti, con gli impianti installati solo sui tetti o sui terreni non agricoli, si sono realizzati pochi kw e di questo passo sarà molto difficile arrivare entro il 2030, alla potenza necessaria a rispettare gli impegni presi a livello europeo in termini di produzione di energia pulita. Inoltre, in Italia per terreni agricoli si intendono anche le cave e le discariche dismesse, oltre che quegli appezzamenti sui quali non crescerebbe neanche una pianta di rosmarino, che invece potrebbero rappresentare il luogo perfetto per l’installazione di impianti fotovoltaici, anche dal punto di vista della riqualificazione di aree altrimenti lasciate in uno stato di abbandono.

Impianti fotovoltaici su terreni agricoli
Impianti fotovoltaici su terreni agricoli

Requisiti per affittare o vendere agricoli per il fotovoltaico

Ottenere dei guadagni con gli impianti fotovoltaici su terreni agricoli è quindi diventata un’occasione meno allettante. Ma non tutto è perduto, perché in realtà in ballo ci sono ancora buone chance di profitto: nel 2021, ma la tendenza era già cominciata qualche anno fa e promette di proseguire, il costo di un impianto fotovoltaico ha subito una forte riduzione. Basti considerare che quando c’erano gli incentivi per l’installazione di ciascun kw di potenza, la spesa poteva arrivare a 7.000 euro, mentre ora il prezzo è di circa un terzo della somma. Questo significa che se con la remunerazione dell’energia prodotta si ottengono meno soldi, è però vero che la spesa complessiva è minore e i tempi di ammortizzamento sono gli stessi del pre-decreto 2012.

Nonostante la frenata del business degli affitti di terreni agricoli per impianti fotovoltaici avvenuta a causa della legge del 2012, affittare un terreno agricolo per l’installazione di un sistema fotovoltaico, rappresenta quindi ancora una scelta azzeccata, perché può portare ad una rendita che può toccare i 2.000 euro all’anno per ettaro.

In genere, per poter procedere all’installazione dei pannelli solari occorre un terreno agricolo o una cava dismessa di almeno 8 ettari di superficie, che abbia l’esposizione al sole; il terreno deve poi essere pianeggiante ed esposto a sud, inoltre deve trovarsi ubicato nei pressi di una linea elettrica o di una stazione di media o alta tensione. Infine è fondamentale che la proprietà non si trovi in una zona soggetta a vincoli paesaggistici, urbanistici o ambientali.

Come guadagnare dalla vendita di energia con il fotovoltaico

Per ottenere dei profitti dalla vendita dell’energia prodotta con un impianto fotovoltaico si può mettere in atto il Ritiro Dedicato. In questo caso il GSE si comporterà da mediatore tra chi produce l’energia e il cliente al quale l’energia viene venduta, e il prezzo dell’energia che si intende rivendere è stabilito mensilmente dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, con le tariffe che vengono stilate anche in base alla zona in cui sono posizionati gli impianti (nord Italia, centro o sud) e all’ora in cui l’energia viene comprata. Per aderire a questa possibilità di guadagno bisogna avere degli impianti fotovoltaici di potenza minore a 10 Mva. Ovviamente si guadagnerà di più in estate, piuttosto che in inverno. Tuttavia occorre versare tutti gli anni al Gse, un’imposta la cui cifra dipende dalla potenza dell’impianto fotovoltaico e dal tipo di tecnologia adoperata.

Ma quanto si guadagna nello specifico con un terreno agricolo? Ecco un esempio pratico. Considerando un terreno agricolo che goda di un’ottima esposizione solare nell’arco dell’intera giornata, immaginiamo di investire circa 10.000 euro per un impianto fotovoltaico da 6 kwp: ebbene la produzione di energia elettrica in questo caso può arrivare a 8.000 kw all’anno, che si traducono in un guadagno netto che può arrivare ai 600 euro l’anno. Se poi contiamo le detrazioni fiscali da spalmare in 10 anni, pari al 50% della spesa sostenuta, l’impianto fotovoltaico verrà infine a costare non 10.000 euro ma la metà, ossia 5.000 euro. Trascorsi quindi i 10 anni, i soldi investiti inizialmente si saranno recuperati e si potrà godere appieno della rendita annuale.

Impianto fotovoltaico per uso privato

Nel caso in cui si miri all’installazione di un impianto fotovoltaico su un terreno per un uso personale, tipo per la propria casa, bed&breakfast, azienda agricola e così via, allora non si avrà un ritorno economico in contanti ma si potrà godere di sostanziosi risparmi economici sulla bolletta fino ad arrivare addirittura ad azzerarsi: il GSE, infatti, diviene il fruitore dell’energia che non si è usata durante la giornata ed esso a sua volta provvede a concedere dei crediti per comprare corrente elettrica la notte.

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